Illustrazioni, prefazione e note tratte dal libro " VELIERI DI
CAMOGLI ", SAGEP Editrice, Genova 1984,
del Cap. Prospero
Schiaffino, Direttore del Civico Museo Marinaro Gio Bono Ferrari di
Camogli
I
quadri dei
Museo Marinaro rappresentano con chiara evidenza il periodo della
storia velica di Camogli, la "Città dei Mille Bianchi Velieri".
I Capitani e i marinai di Camogli hanno costruito quella flotta che ha
dimostrato come sia possibile raggiungere con il lavoro e l’abilità
posizioni di benessere non limitate a poche persone, ma estese a tutta una
popolazione. Profittando degli elevati noli del tempo della spedizione
francese in Algeria gli armatori di Camogli aumentarono la propria flotta;
molti capitani diventarono a loro volta armatori e molti marinai investirono
in carati sulla stessa nave su cui navigavano. Con gli interessi dei carati
provvedevano a far studiare i figli da capitano elevando così la propria
posizione e quella del borgo. Con la successiva spedizione in Crimea la
favorevole occasione si ripete: con il nolo del solo viaggio di andata si
pagava il barco. I rischi erano tanti, ma “con quei diavoli di camogliesi, -
come ebbe a dire il Cavour - il viaggio era assicurato”.
La ragione di questo innalzamento di condizioni è da imputare all’indole
marinara della gente, ma anche alla posizione del borgo, privo di
comunicazioni terrestri ed obbligato a prediligere il mare. In questo borgo
isolato dal mondo bastava una stretta di mano per concludere un contratto. La rete della parentela rappresentava un’ulteriore garanzia: l’armatore
affidava la sua nave al figlio, al genero, al fratello e tutti insieme
lavoravano per la buona riuscita della spedizione.
Questa coesione si esprime nella norma della Mutua Assicurazione Camogliese
fondata nel 1853, la prima in Italia e forse nel mondo. Diceva il
Regolamento: “il capitano del
bastimento deve essere di Camogli”, quasi una distinzione e una garanzia di
serietà, di capacità e di buona riuscita.
Che Camogli avesse raggiunto una posizione di rilievo è dimostrato anche da
quanto è riportato su di un portolano inglese del primo novecento: “Camogli
è riconoscibile di notte perché illuminata elettricamente”. Infatti era il
solo paese della Riviera illuminato con la moderna e costosa luce elettrica.
Dopo il pinco abbiamo altri tipi di velieri: la bombarda, il brigantino ed
il brigantino a palo, bastimento amato dai marinai camogliesi, capace e di
buone velocità col vento in poppa e al lasco, ma anche di stringere il vento
di bolina; la nave goletta chiamata dai marinai camogliesi “barco bestia”;
il barco migliore, buon corridore con le grandi vele auriche, capace di
stringere il vento, pronto alla virata di bordo, nervoso e veloce come un
puledro; il bastimento che più ha lottato contro l’affermarsi del vapore.
I quadri sono di vari autori, alcuni dei quali famosi come Nicolas Cammillieri, Domenico Gavarrone, Angelo Arpe, Liuzzo. Curatissimi nel
presentare le manovre sia fisse che volanti, anche i minimi particolari sono
riportati, dimostrando una conoscenza profonda della navigazione.
Molti dati e caratteristiche dei velieri sono il risultato di ricerche
effettuate sui libri registro del R.I.N.A. degli anni 1865-1879-1890
esistenti nel Museo. I bastimenti iscritti nel 1865 erano 1274, solo una
parte di quelli esistenti. Le dimensioni si limitano al tonnellaggio di
registro, ossia alle tonnellate di stazza risultanti dal prodotto delle tre
dimensioni principali: lunghezza in coperta, larghezza massima interna fra
le fasce del corridore e puntale alla gola del madiere sotto alle tavole di
coperta superiore, meno lo spessore della serretta diviso per 3,80 (art. 18
del Regolamento per la Costruzione e la Classificazione dei Bastimenti in
Legno) e al pescaggio che è espresso in piedi francesi = cm 32,5.
Il grado di fiducia alla navigazione dei bastimenti è espresso con l’unità
ed i decimali. L’unità 1,00 è attribuita a quei bastimenti che meritano
intera fiducia. Le frazioni 0,85 - 0,75 - 0,65 - 0,50 sono attribuite ai
bastimenti compresi fra quelli di piena fiducia ed i mediocri. Altre
informazioni sono tratte dal Lloyd Register degli anni 1902 e 1909. Le navi
comprate in Inghilterra mantenevano il Lloyd Register, ma anche parecchi
barchi costruiti in Liguria vi erano iscritti. Gli armatori, se non
altrimenti specificato, devono intendersi di Camogli.
I numeri di bandiera della Mutua ed il valore assicurato sono stati
ricavati dagli elenchi dei velieri iscritti alla Mutua Assicurazione
Marittima Camogliese degli anni 1853 - 1862 - 1880 - 1881 e della Mutua
Cristoforo Colombo del 1907. Altre notizie sono desunte dai Libretti di
Navigazione. Tutti questi documenti sono Conservati nel Museo Marinaro.
ADDENDA
A
seguito di giustificate e cortesi sollecitazioni di diversi studiosi di arti
marinaresche, di navimodellisti ed appassionati, abbiamo inserito nelle
rispettive schede una versione ingrandita dei quadri contenuti nel Civico
Museo Marinaro Gio Bono Ferrari di Camogli.
La
precisione maniacale degli Autori, perfetti conoscitori della tecnologia
navale che ritraevano, riproducendo esattamente l'attrezzatura velica, le
manovre e lo scafo, solo così può rivelarsi come una peculiarità distintiva
caratteristica dei "ritratti di navi" che in tal guisa possono essere
apprezzati solo con un ingrandimento, altrimenti resi privi dello scopo che
li ha originati.
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Questo
lavoro è dedicato agli Armatori, ai Capitani ed ai Marinai del glorioso periodo della Vela.
Un
caloroso grazie al Capitano Prospero "Pro" Schiaffino,
past Director
del Civico Museo Marinaro Gio Bono Ferrari di
Camogli
Lo scopo di questo lavoro è quello di fornire informazioni e
documentazioni a scopo di consultazione, senza intento commerciale o di
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Autore: Marcello Bozzo
bozzo@agenziabozzo.it
Marcello Bozzo



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