Dipinto da Thomas Willis,
Brooklyn, NY |
DATI ANAGRAFICI DEL VELIERO:
TIPO: brigantino a palo |
ARMATORE: Stefano Razeto |
CAPITANO: Stefano Razeto |
NOTE SUL VELIERO:
Il Nemesi era un grosso veliero da trasporto.
Il
Capitano Fortunato Razeto era il
comandante del brigantino a palo Nemesi. Per un giorno intero resistette ai colpi di mare che lo investivano da tutte le parti. Infine il giorno seguente cedette ed affondò. Durante il naufragio del bastimento, il coraggio e la volontà del Comandante Razeto fecero sì che l'equipaggio, ridotto sopra una scialuppa, dopo ventitré giorni di mare potesse andare a salvamento.
Questo è l'unico dipinto conosciuto del bap
Nemesi. |
Dopo la partenza dell'imbarcazione da Cadice il 9 agosto 1901 in pochi giorni arrivarono a Sud delle Isole di Capo Verde dove incontrarono vento fortissimo e "si vide chiaro che si era obbligati ad andare nel centro del ciclone senza poter di nulla deviare perché il vento soffiava uragano. Arrivati verso mezzogiorno nel centro del ciclone, questi ci portò via tutte le vele, poi il vento si calmò e il mare bolliva da tutte le parti a modo di una caldaia bollente". Il capitano Razeto descrive con attenzione le drammatiche scelte che lo indussero al fine a far abbandonare la nave e nel resoconto, come nella descrizione dell'evento sottoposta all'ex voto, è sottolineata la fede richiesta all'equipaggio e la preoccupazione di portare sulla scialuppa dei naufraghi "la effigie della Madonna del Boschetto e dei protettori di Camogli Santi Prospero e Fortunato". Non era questo un idolatrico gesto di fede fine a se stesso, ma un indice della fede e della religiosità vera dell'equipaggio. Ne è sintomatico indizio un episodio riportato dal capitano Razeto relativo alla vita sulla scialuppa: "E nostromo si rivolgeva a me e con fare arrogante disse: oggi è festa e voi lavorate? Allora io mi rivolgo a lui e gli dico franco e risoluto: io lavoro per il bisogno e voi che siete il capo dell'equipaggio, se è festa, prendete il libro della messa e poi dite il Rosario! Così fece e tutti rispondevano in coro". Quando finalmente la disavventura ebbe una felice conclusione l'equipaggio trovò sul "Città di Genova" a Tenerife l'occasione per rientrare nella propria città. "I quadri dei nostri protettori e della Madonna del Boschetto furono sempre portati con noi e giunti in patria furono divisi tra me che tenni il mio santo, Fortunato, l'armatore che si tenne la Madonna e il dispensiere che si tenne San Prospero".
Il naufragio della "Nemesi" può dunque essere un
sintomatico esempio dell'unione di fede e coraggio che caratterizzò gli
uomini di mare camogliesi e la personalità dei loro capitani:. |