ARCHIVIO CAMOGLI ANTICA


103.       CRISTO DEGLI ABISSI   
Autore: Marcello Bozzo         bozzo@agenziabozzo.it
Epoca: 
29 agosto 1954

Fotografo: sconosciuto

NOTE:

Il Cristo degli Abissi, sollevato dalla potente gru di un pontone, nel preciso istante in cui viene calato nella baia ove starà per sempre a vigilare sugli uomini che vanno per e sotto il mare.

Ogni anno alla fine di agosto si svolgono i festeggiamenti che ricordano l'avvenimento.

Al buio della sera, con la baia illuminata solo dalle fiammelle delle candele, dopo la Benedizione del Mare e la celebrazione della Messa sulla spiaggia, cui assistono dal mare molti sub equipaggiati, si svolge una commovente cerimonia.

Tutti i sub vanno in processione sul fondo con le fiaccole subacquee accese verso la Statua del Cristo degli Abissi per deporvi una corona. 

Da terra si vede sullo sfondo scuro della baia un rosso serpente di fuoco allontanarsi sul fondale, mentre le tenui note di un Adagio dell'Orchestra Sinfonica si alzano echeggiando nella valle illuminata dalla luna.

E' uno degli eventi più suggestivi cui io abbia mai partecipato.

Per fare un pò di storia, per chi fosse interessato, trascrivo il bell'articolo di Giuseppe Moltini, cui vanno i miei ringraziamenti.

La Nascita del Cristo degli Abissi

Nell’estate del 1947 si svolsero i funerali di Dario Gonzatti, perito tragicamente in un incidente subacqueo sui fondali del promontorio di Portofino, nelle vicinanze di San Fruttuoso di Camogli. Tra la folla di amici e conoscenti c’era Duilio Marcante, suo grande amico e compagno di immersioni; a metà cerimonia funebre Duilio lasciò tutti e andò sulla riva del mare, indossò l’autorespiratore a ossigeno e le pinne e si immerse andando a sedersi su uno scoglio sul fondo. Sostò pensieroso, concentrato sul grande numero di persone che, sul mare e sotto il mare, vivono operano, lavorano spesso con il rischio della vita e sul fatto che, fino ad allora, nessun simbolo sacro era stato deposto sul fondo del mare ed allo scopo di costituire un riferimento a cui pensare nei momenti di pericolo e negli ultimi istanti della vita; e gli parve di vedere Cristo che scende negli abissi.

Duilio lasciò maturare ed elaborò questa grande idea nell’ambito dell’Unione Sportivi Subacquei “Dario Gonzatti” e del Club Giovani Subacquei del Centro Sportivo di Genova. Poi nel 1952 la espose al suo amico dottor Giacomino Costa, Presidente del C.S.I. Centro Sportivo Italiano ed alle Autorità religiose genovesi, tramite le quali fu ottenuta l’approvazione del Papa, Sua Santità Pio XII, il quale inviò la Sua particolare benedizione e, come viatico dell’impresa, un suo medaglione che tutt’ora si vede ai piedi della statua del Redentore, che da quel giorno venne denominato “Cristo degli Abissi”.

Per iniziativa e con la guida del dottor Costa venne formato un “Comitato Permanente per la posa della Statua del Cristo degli Abissi” nelle acque di San Fruttuoso di Camogli, composto da 25 persone con incarichi operativi ed esecutivi di carattere tecnico, finanziario ed organizzativo.

Fu incaricato di eseguire l’opera il prof. Guido Galletti, bravissimo scultore già autore di numerose e pregevoli opere, che lavorò senza alcun scopo di lucro.

Il materiale scelto fu il bronzo, per il quale venne organizzata a livello mondiale, fra tutti i subacquei ed i vari enti interessati, una raccolta di eliche ed altri pezzi da fondere per la Statua.

L’iniziativa ebbe un grande successo: aderirono la Marina Militare, quella Mercantile e l’Aeronautica, inoltre i sommozzatori militari e civili, quelli dei Vigili del Fuoco, dei Carabinieri, della Polizia e della Guardia di Finanza; infine i Palombari, i Pescatori ed i Subacquei Sportivi di tutto il mondo. Parteciparono anche Enti Pubblici morali, Privati e Turistici.

La statua, alta 2,50 metri e pesante 8 quintali, venne scolpita dal prof. Galletti in gesso, in cera persa e poi fusa in bronzo in una fonderia artistica di Milano.

Successivamente venne bloccata su di un piedistallo di calcestruzzo di forma a tronco di piramide, alto 2,50 metri, largo alla base 5 x 5 metri e pesante 80 tonnellate.

Dopo accurate ricerche e studi dei fondali e delle correnti da parte dei subacquei e di ufficiali della Marina Militare, venne individuato il sito nella Baia di San Fruttuoso di fronte alla storica Abbazia dei Doria, a 17 metri di profondità.

Nella stessa calanca, a poca distanza, sono tutt’ora visibili i relitti metallici della fregata inglese “Croesus”, affondata a causa di un incendio con 400 soldati diretti in Crimea il 24 aprile 1855; in quell’occasione trovò la morte una coraggiosa ed eroica donna del luogo, Maria Avegno, che salvò numerosi naufraghi ed alla memoria della quale fu concessa un’alta onorificenza britannica e murata nel Borgo una targa a ricordo.

Venne costituito un Comitato d’onore di 45 persone, di cui fu nominato Presidente il Prof. Paolo Emilio Taviani Ministro della Difesa, che comprendeva tutte le Autorità e Personalità Civili, Religiose, Militari e Sportive di Genova e della Provincia. Fu stabilita la data dell’immersione della Statua: domenica 22 agosto 1954 ed alcuni giorni prima un pontone con la Statua trainato da un grosso rimorchiatore del porto di Genova si ancorò nel porto di Camogli.

Purtroppo un forte mare di Libeccio obbligò a rinviare la cerimonia dell’immersione per cui il 22 ci si limitò alla benedizione della Statua ed alla celebrazione di una Messa officiata da un Vescovo Missionario.

Una settimana dopo, il 29 agosto 1954, la chiatta con la Statua giunse alle ore 9 nella Baia di San Fruttuoso dove si trovavano in attesa un centinaio di barche e natanti di ogni tipo insieme al pontone “Progresso” che con la sua imponente gru avrebbe provveduto all’immersione della Statua.

Il rimorchiatore trainò la chiatta nel raggio di azione della gru, alla quale con solidi cavi fu assicurata la pesante massa di bronzo e cemento armato, che poco dopo venne calata col basamento sul pelo dell’acqua, dando l’impressione a che assisteva alle operazioni di vedere un monumento sorgere dalle onde.

Verso le ore 11 giungevano nella baia la torpediniera “Sagittario”, a bordo della quale si trovava l’Ammiraglio De Pace, ed i dragamine “Faggio” e “Daino” della Marina Militare.

Sulla chiatta ancorata a fianco del “Progresso” prese posto l’Ammiraglio De Pace con un gruppo di alti Ufficiali, un drappello di marinai, la Banda della Marina Militare di La Spezia, il Presidente del Comitato Esecutivo dott. Giacomino Costa ed uno stuolo numeroso di personalità; tutto intorno una folla di circa tremila persone.

La bellezza del luogo e le note della Banda della Marina hanno reso la celebrazione del rito oltremodo commovente e suggestiva. Poi la banda ha intonato l’inno di Mameli e la Statua ha incominciato a scendere lentamente sott’acqua, mentre un Sacerdote leggeva al microfono la Preghiera del Marinaio, dalle navi continuava ad arrivare il fischio di tutte le sirene ed alti getti d’acqua si alzavano verso il cielo dalla motopompa dei Vigili del Fuoco.

Sotto l’acqua erano schierati in attesa molti sommozzatori militari e civili.

E mentre la Statua del Cristo scendeva sott’acqua, si vide la Sacra Testa immergersi, poi riemergere seguendo il modo ondulatorio del mare quasi per un ultimo saluto, per poi immergersi definitivamente e scendere fino al fondo.

Giuseppe Moltini, Pioniere subacqueo

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