ARCHIVIO CAMOGLI ANTICA



1202.     CASTEL DRAGONE     
Autore: Marcello Bozzo         bozzo@agenziabozzo.it
Epoca: anno 1925 c

Origine: Archivio                                         Cartolina dell'epoca

NOTE:

Il torrione del Castel Dragone ripreso dal campanile della Chiesa, in una vista inconsueta, così come si presentava negli anni '20, prima dei lavori di restauro.

In primo piano il tetto della Chiesa con il retro del frontale.

Probabilmente la costruzione del Castel Dragone (o Castello della Dragonara) si fa risalire attorno al 1250.

Costruito alla sommità di uno sperone di roccia proteso sul mare, in origine venne usato come torre di avvistamento e soccorso navale.

Successivamente allargato, il castello fu utilizzato come difesa sia contro i sempre più numerosi assalti dei pirati saraceni che contro le aggressioni di terra e da lì il popolo camoglino trovava armi, rifugio e lì riuniva l'assemblea del popolo che ivi eleggeva i suoi amministratori.

Attorno al 1350 un documento attesta una deliberazione del Senato della Repubblica di Genova che avrebbe provveduto a sue spese al rinforzo del castello ed a potenziarne il suo armamento.

Poco dopo ebbe a subire gli assalti dapprima da Gian Galeazzo Visconti e nel 1366 da parte di Nicolò Fieschi.

A causa dei precedenti assalti e dai continui contrasti tra la comunità camoglina e la stessa repubblica genovese (in quanto in quel tempo dominata dai malvisti duchi di Milano), tra il 1428 e il 1430 il castello fu notevolmente ampliato e rinforzato a cura e spese degli abitanti di Camogli.

Nel 1438 le truppe al soldo del Ducato assediarono il maniero, smantellando il perimetro esterno; pochi anni dopo gli stessi abitanti del borgo marinaro riedificarono nuove mura accollandosi interamente le spese di edificazione che ammontarono, secondo un documento dell'epoca, a 450 lire genovesi.

Nel 1448, dieci anni dopo l'assalto milanese, le dispute tra Camogli, Recco e Genova si fecero sempre più aspre, tanto che la Repubblica chiese la distruzione immediata del castello. Venne siglato un accordo che prevedeva la distruzione del castello da parte degli stessi camoglini, i quali lo demolirono numerando e nascondendo le pietre.

Infatti solo sei anni dopo, ristabilita la quiete con i vicini, il castello fu nuovamente ricostruito dagli abitanti di Camogli, i quali al termine lo consegnarono direttamente al Doge della Repubblica che ne assunse il controllo pro tempore.

Nel 1461 le dispute ricominciarono ed il Senato della Repubblica di Genova ordinò una nuova distruzione, ma la decisione venne annullata per motivi politici legati alla conseguente decisione di negare l'uso delle navi di Camogli alle maone, alle spedizioni militari ed ai noli alla Repubblica.

Nel 1500 il castello venne adeguato all'uso delle armi da fuoco e dotato di cannoni. Tuttavia nel secolo seguente, perdendo importanza strategica, venne adibito a prigione per poi essere abbandonato.

Intorno al 1850 la proprietà del Castello venne contesa tra Chiesa e Comune. Quando il castello fu riconosciuto come patrimonio demaniale, il Comune ne rilevò la proprietà per 500 lire.

Dopo secoli di abbandono, dell'originario castello restano il torrione e la piazzuola intorno, essendo nel frattempo il resto della fortificazione, che occupava gran parte dell'Isola, recuperato e trasformato in civili abitazioni. La cappella che ivi esisteva per il conforto dei combattenti e del popolo, divenne l'ampia Chiesa Parrocchiale attuale ed il piccolo cimitero che occupava la parte sopraelevata del sagrato fu traslato altrove.

Nel 1975 il torrione del Castello venne attrezzato per ospitare un acquario tirrenico gestito dall'Azienda Autonoma di Soggiorno. Vennero create vasche con acqua marina ospitanti esemplari della fauna marina tipica delle acque camogline: in pratica, un antesignano del grande e moderno Acquario di Genova, nel quale, con la chiusura di quello di Camogli, i pesci e crostacei presenti furono trasferiti.

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