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PORTOFINO VETTA
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NOTE:
L'Albergo Portofino Vetta con la vista su Camogli e sui monti dell'Appennino Ligure, ripreso dal terrazzo del Ristorante. |
Ai primi del 1904 iniziò la realizzazione della strada che da Ruta portava all’area prescelta. In otto mesi, impiegando 32.000 mine e 350 operi al giorno, costruì una strada lunga 2.600 metri e larga 7. Venne inaugurata nel dicembre del 1905. I piani che ne prevedevano la continuazione sino alla vetta (610 m.s.l.m.) furono abbandonati. Nel 1906 venne inaugurato l’edificio del Grand
Restaurant e nel febbraio 1907 l’Hotel Hermitage. L’intero complesso,
completato in ogni sua parte, venne inaugurato nel maggio 1908. Il
Gaggini lo chiamò “Portofino Kulm”, in analogia e somiglianza con il
Rihi Kulm nel Cantone di Schwyz, da lui ben conosciuto. Durante la prima guerra mondiale l'albergo divenne un campo di prigionia per i soldati austro-ungarici che, per racimolare qualche soldo, tagliarono molti alberi dei dintorni per fare carbone di legna da rivendere a Camogli e Recco. Successivamente, nel corso della guerra, fu trasformato in ospedale militare per gli ufficiali italiani feriti. Con la morte di Sebastiano Gaggini i finanziatori dell’opera chiesero di rientrare. Nel 1927 il complesso venne valutato in 3.157.799 lire. La famiglia Gaggini, per salvare l’”Azienda alberghiera Portofino Vetta”, chiese un mutuo alla Cassa di Risparmio di Genova. L’Istituto di Credito l’8 febbraio 1927 concesse un primo mutuo che nell’agosto si trasformò in apertura di credito in conto corrente. La situazione finanziaria degli eredi Gaggini era tuttavia sempre più precaria. Nel dicembre 1931 i creditori richiesero il pagamento dei debiti accumulati. La sola Cassa di Risparmio che concesse due mutui per 1.325.000 lire vantava un credito di 1.650.000 lire, interessi compresi. Nell’impossibilità di fare fronte ai creditori, i beni vennero messi all’asta ed aggiudicati alla banca genovese che, a seguito della sentenza del Tribunale Civile del 16 maggio 1932, prese possesso della proprietà, consentendo agli eredi Gaggini di risiedere in una villa all’interno del complesso e di riscuotere il pedaggio da chi percorreva la Ruta-Portofino Vetta. Avendo il complesso nel frattempo necessità di
restauro, nel 1933 la Cassa di Risparmio di Genova intervenne
finanziariamente acquistando altresì il fondo “La Dolcina” da cui
sgorga una preziosa sorgente d’acqua e, l’anno seguente, di altri
terreni nei comuni di Camogli e Santa Margherita Ligure di proprietà
della famiglia Gaggini. Il 26 settembre 1941 il Consiglio della Cassa di Risparmio di Genova deliberò di vendere l’intero complesso alla “Società Anonima Portofino Vetta“ con sede a Genova, rappresentata dal suo presidente conte Lorenzo Bruzzo. Il prezzo pattuito fu di 1.700.000 lire, una somma inferiore alla metà della spesa occorsa per acquisirla ed ampliarla nei nove anni della gestione patrimoniale della Banca. Per il complesso alberghiero, valutato nel 1927 più di tre milioni, la banca aveva già speso più di quattro milioni. Durante la guerra il Vetta diventò sede del Comando di zona della Wehrmacht. Con l’arrivo degli Americani, durante la loro occupazione questi autorizzarono l’apertura di un casinò, durata sei mesi, sino alla riconsegna dei poteri alle Autorità civili locali che si affettarono a chiuderlo anche per motivi di ordine pubblico in quanto, oltre a rappresentare un richiamo per persone poco raccomandabili, talvolta i clienti venivano rapinati lungo la strada da bande di delinquenti. Negli anni Settanta la proprietà dell’albergo,
ormai chiuso da anni e fatiscente, venne acquistata dai Fratelli Massone
di Camogli e da Orlando Crotti. L’albergo fu restaurato ed ospitò una
contestata mostra permanente di affreschi. In seguito subentrò nella
proprietà l’imprenditore Micheletti. In seguito a ciò la Fondiaria cedette la gestione della Portofino Kulm srl alle famiglie De Ferrari e De Gregori, proprietarie dell’Albergo Cenobio dei Dogi di Camogli. Le famiglie avevano stipulato un contratto di gestione del Portofino Vetta come albergo e ristorante con inizio dal 2002 e terminante nel 2018. Invece la proprietà, ex Fondiaria Sai poi Unipol, nel 2008 ha avviato una causa di sfratto, autorizzato dal tribunale con sentenza nel 2013. Per il momento l’Albergo Ristorante Portofino Vetta è desolatamente chiuso.Speriamo che qualcuno faccia rivivere il bellissimo complesso dalla vita travagliata. |
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