STORIA DELL'
ISTITUTO NAUTICO "CRISTOFORO COLOMBO" DI CAMOGLI
Nell'anno 1839, nell'epoca d'oro della vela, la Marina Mercantile del
Regno di Sardegna contava oltre 1900 unità veliche. Di queste, ben un
terzo erano imbarcazioni camogliesi. Da quest'epoca, per oltre 40 anni,
la flotta velica di Camogli continuò ad ingrandirsi numericamente; i
Comandanti dei barchi camogliesi erano conosciuti in tutti i
maggiori porti del Mediterraneo e dell'America del Sud, dove molti di
essi rimasero, fondando compagnie di navigazione ed aziende commerciali.
LE ORIGINI E LA FONDAZIONE
Nel 1780, per iniziativa del Cap. De Gregori e dell'armatore Lavarello,
sorse in Camogli, in località Fontanella, la prima Scuola di
Marina, che preparava i giovani al conseguimento del titolo di "Patronus"
(ancora oggi chiacchierando con i vecchi marinai camogliesi, si sente
parlare di "Padrun", non di Comandante). Tale Scuola venne in
seguito sostituita dal Comune, con il riconoscimento del Governo
Napoleonico, con la Scuola Normale, che venne soppressa dopo Waterloo
(cfr. Archivio Comun. foglio 1801). Tale Scuola aveva sede in località
"Rocca" o "Scogli dei Ferrari".
Ne sorse infine una terza, su iniziativa del Sacerdote Don Erasmo
Schiaffino (Præ Zego), con
sede in Piazza Colombo, sopra i locali ove avrà sede, dal 1852, la Mutua
Associazione "La Camogliese", la prima Mutua di assicurazione
marittima del mondo.
Gli esami di abilitazione si svolgevano in Genova di fronte al Consolato
del Mare, ove l'allievo conseguiva il Diploma di "Padrone", cioè
l'idoneità al Comando di “Pinchi, caracchi e sciabecchi per la
navigazione mediterranea”, o Capitano di Gran Cabotaggio. Dopo la
morte del fondatore anche questa Scuola fu chiusa, favorendo così i
vicini Istituti di Rapallo e Recco.
Da piazza Colombo, la sede della Scuola Tecnica nuovamente sorta, fu
trasferita in quella che oggi si chiama via Garibaldi, nel caseggiato in
cui, il 16-2-1835, vedrà la luce uno dei più illustri studenti di questa
Scuola: l'alfiere dei Mille Simone Schiaffino che cadde sulle pendici
della città di Calatafimi il 15 maggio 1860 mentre, crivellato di colpi,
metteva in salvo il tricolore donato a Garibaldi dagli Italiani di
Valparaiso.
Anche la Scuola Tecnica di Via Garibaldi non durò a lungo, sostituita
dalla nuova Scuola Nautica che il 18 ottobre 1874 venne ufficialmente
istituita dal Consiglio Comunale. L'Istituto Tecnico Nautico di Camogli
ebbe quindi il battesimo ufficiale con la grandiosa inaugurazione
svoltasi il giorno 2 maggio 1875.
Dal 1875, l'Istituto prosperò in breve tempo, giungendo a determinare la
chiusura dei vicini Istituti di Recco e Rapallo, la cui popolazione
scolastica era composta in grande maggioranza da giovani Camogliesi.
Tre anni dopo l'ultima delle risposte negative del Ministero, l'undici
agosto 1880 la lunga attesa della Amministrazione Comunale terminò con
la dichiarazione del Ministro della Pubblica Istruzione con la quale
l'Istituto veniva proclamato Scuola Statale: lo Stato ed il Comune di
Camogli avrebbero concorso alle spese nella misura stabilita dalla Legge
13 novembre 1859.
L'Istituto dal 1882, per volere della Giunta di Vigilanza, venne
intitolato al grande navigatore genovese Cristoforo Colombo (lettera
23-6-1882 G.d.Vig. al Min. P.I.). Inoltre, con il R.D. 21-11-1883,
veniva affiancata alla sezione Capitani quella dei Macchinisti Navali, e
il Ministro della P.I. Paolo Boselli, con il R.D. 1-1-1891, riformava
radicalmente gli studi navali stabilendo un corso biennale Preparatorio
ed un corso biennale Superiore. I Corsi Preparatori venivano aboliti dal
Ministro Ferdinando Martini (R.D. 23-07-1882) e sostituiti da una Scuola
Tecnica Biennale nettamente distinta dalla Scuola Nautica. Dopo lunga
battaglia l' Amministrazione ottenne che i Corsi Preparatori venissero
nuovamente istituiti in Camogli.
L' ESPOSIZIONE UNIVERSALE DEL 1900.
Le fatiche dell' Amministrazione Comunale venivano finalmente premiate
nel 1900 quando l'Istituto, ottenendo la medaglia d'argento
dell'Esposizione Universale di Parigi, si riaffermò come uno dei più
importanti Istituti Italiani per anzianità, tradizioni, e per la
quantità e regolarità delle iscrizioni. Degno di rilievo a questo
proposito, è il fatto che nel decennio 1896/1905, quando tutti gli
Istituti Nautici del Regno videro scemato sensibilmente il numero dei
loro allievi, e quelli di Porto Maurizio e di Savona (per la sezione
Capitani) dovettero essere chiusi, l'Istituto Nautico di Camogli non
solo si mantenne sempre relativamente frequentato, ma vide altresì
aumentare di anno in anno l'affluenza degli allievi. Nel 1914, con una
ulteriore riorganizzazione didattica, prendeva forma lo schema che,
nelle sue linee generali, verrà seguito per parecchi anni :
2 sezioni : - Capitani di Gran Cabotaggio e di Lungo Corso.
- Macchinisti Navali in Seconda e in Prima.
Le due sezioni si articolavano in:
2 corsi - di 2 anni per Capitani di Gran Cabotaggio e per Macchinisti in
seconda.
- di 3 anni
per Capitani di Lungo Corso e per Macchinisti in Prima
LA PRIMA GUERRA MONDIALE.
In questi anni, e fino al 1939, l'Istituto Nautico aveva sede nei locali
del primo piano dell'edificio comunale di Corso Vittorio Emanuele (ora
via XX Settembre).
A proposito dell' Istituto in quest'epoca, occorre ricordare quello che
può essere considerato un cimelio storico: l'albero di manovra. Tra il
Palazzo Municipale e il “palazzo Pitti”, nel luogo in cui oggi sorge
l'edificio delle Scuole Elementari, c'era allora una ampia intercapedine
dove, tra piante d'arancio, s'innalzava l'albero di trinchetto di una
imbarcazione a vela infisso in un vasamento di cemento, che imitava la
prua di una nave (vedi scheda N°
380 e
373).
Sull'albero di manovra, completo di pennoni e sartiame, gli allievi
della sezione Capitani facevano esercitazioni pratiche di Manovra o,
meno pericolosamente di Radiotelegrafia attraverso la testa d'albero,
una luce lampeggiante che si trovava sulla punta estrema dell'albero, la
formaggetta.
SOPPRESSIONE DELLA SEZIONE MACCHINISTI
IL NAUTICO DURANTE IL FASCISMO
Negli anni del primo dopoguerra anche il Nautico conobbe giorni
difficili. Uno di questi è il 17 febbraio 1923, quando il Com.te Marco
Passalacqua, rappresentante la società “Capitani e Macchinisti”
scrive da Roma al Sindaco Cav. Uff. Davide Olivari, che negli ambienti
del Ministero della Marina si ha intenzione di sopprimere molti degli
Istituti Nautici da poco sorti, e che il Nautico di Camogli, pur
continuando a funzionare grazie alla sua tradizione e al suo prestigio,
sarà destinato a vedere soppressa la sezione Macchinisti. Il Min. della
Regia Marina infatti, notando quanto fosse esiguo il numero di unità
della Marina Mercantile e Militare in rapporto all'enorme numero di
diplomati Capitani e Macchinisti,”... per non creare un maggior
numero di illusi...” proponeva di mantenere in vita le sezioni
Macchinisti soltanto nei comuni che si trovassero in prossimità di zone
industriali, ove i diplomati avrebbero in ogni caso trovata una
sistemazione. Fu così che nel 1923 l'Istituto Nautico si trovò menomato
d'una delle sue sezioni. L'Amministrazione, appoggiata anche dal Comune
di Genova, e dalle varie associazione Marinare della Provincia, giunse
ad assumersi gli oneri del ripristino della sezione Macchinisti (cfr.
lettera 3-11-1923 n.1569 del Sindaco Olivari a S.E. Costanzo Ciano,
Ministro della Marina), ma il Ministero si oppose decisamente come, in
precedenza, alla proposta della Amministrazione Comunale di fondare un
sezione Macchinisti “privata” a spese del Comune (cfr. lettera
5-9-1923 n.1252).
Nel frattempo la sezione Capitani andava sempre più ingrandendosi, fino
ad obbligare l'Amministrazione dell'Istituto a prendere in affitto dal
comune alcuni locali dell'edificio delle Scuole Elementari di Piazza
Schiaffino per tutta la durata delle vacanze estive del 1924, al fine di
preparare gli studenti alla sessione d'esami di ottobre.
Dopo accurato esame, il 20 dicembre 1937, si decise di approvare il
progetto dall'Ing. Luigi Falconi, che prevedeva la costruzione di un
edificio grosso modo uguale a quello attuale, a fianco della scalinata
“del Littorio” (oggi Scalinata Gente di Mare). L'appalto della
costruzione fu affidato alla ditta dell'Ing. Mario Battista Oneto per
una spesa preventiva di lire 870.000. Nel 1939 i lavori erano quasi
terminati, ed è del 18 agosto la lettera (prot. 1483) con la quale il
Podestà di Camogli, in risposta al foglio 18 luglio n. 8720,
“...aderendo alle superiori direttive...” rendeva nota la delibera
del Comune di intitolare l'edificio “...a S.E. il Com.te Amm.
Costanzo Ciano...”. Al termine dell'anno seguente, sotto la
Presidenza del Prof. Francesco Galvano, la sezione Macchinisti veniva
definitivamente ripristinata.
LA SECONDA GUERRA MONDIALE.
Lettera del Preside al Comune 27/7/1944 n.448 “...il locale della
palestra è occupato dalle truppe Germaniche...” lettera 30/10/’44
n.645 “...le truppe Germaniche hanno requisito la lancia per le
esercitazioni di marinaresche...”.
Sempre in quell' occasione il Preside dichiarava che a tale situazione
si aggiungeva la difficoltà degli insegnanti di svolgere regolari
lezioni a causa dei continui allarmi aerei che costringevano insegnanti
e allievi a interrompere le lezioni per recarsi nella sottostante
galleria ferroviaria, adibita a rifugio antiaereo.
Dal settembre 1944 alla Liberazione l'Istituto si chiamò “Istituto
Tecnico Nautico” e sui timbri della segreteria e si aggiunse il
fascio littorio della R.S.I. Per meglio intendere quali erano le
condizioni di vita di un insegnante o di uno studente in questo oscuro
periodo occorrerebbero molte pagine. Se da una parte giungeva una
circolare che imponeva di togliere dalla Segreteria i ritratti del Re e
del Maresciallo Badoglio, dall'altra vi erano insegnanti che, con
estremo coraggio, chiamavano con il loro nome gli “assassini”
sino a che la guerra finì insieme a chi l'aveva generata.
Il 28/08/1945 il preside informa il Provveditore agli Studi che si terrà
in Camogli una sessione di esami speciale a cui sono iscritti tre
partigiani e un ex prigioniero di guerra.
FINO AI NOSTRI GIORNI
Dal 1946 erano stati istituiti laboratori tecnici e i gabinetti di
Fisica, Astronomia ed Attrezzatura, oltre al Laboratorio di Officina. Il
13/09/1951 Il Nautico acquista due barche di salvataggio per le
esercitazioni Marinaresche, per Lire 100.000 cadauna, in sostituzione
delle tre lance prestate dalla Nave Scuola “GARAVENTA”.
Le richieste di completamento dell'edificio, rivolte dal Preside all'
Amministrazione Comunale, trovarono risposta solo dopo alcuni anni: il
13/08/1955 la struttura era terminata.
Dopo il 1955, a poco a poco, si proseguì nella riorganizzazione
dell'Istituto:
1956 - forniture per l'arredamento scolastico.
1957 - chiusura dell'atrio, nel quale viene ricavato un ampio locale
utilizzato per
qualche tempo come laboratorio di macchine.
1959 - completamento dell'impianto di riscaldamento.
1960 - costruzione della scalinata d'ingresso e del cancello.
1962 - fornitura di apparecchiature elettriche per le aule di
navigazione.
Oggi l'Istituto Nautico ha ormai dietro di sé i giorni grigi del
decennio post-bellico, e si avvia lungo una strada, speriamo, con minori
ostacoli e difficoltà. Di anno in anno l'attrezzatura tecnica si
arricchisce: l'officina, ubicata in un apposito, locale, è dotata di un
adeguato parco di macchine utensili; il laboratorio di macchine è dotato
di un impianto termico di notevoli dimensioni e di un gruppo elettrogeno
diesel-alternatore; il laboratorio di informatica per le esercitazioni
di matematica e fisica costituito da un server e da diverse stazioni di
lavoro collegate in rete; il laboratorio di impianti elettrici è dotato
di un quadro per le manovre di parallelo degli alternatori, di un banco
prove per le macchine elettriche e di banchi per la realizzazione e il
collaudo di impianti di teleavviamento per i motori asincroni; il
laboratorio di elettronica è dotato di banchi e di alimentatori per la
realizzazione e il collaudo di semplici circuiti elettronici; ed infine,
oltre gli strumenti di comune utilizzazione sulle navi per la
navigazione, gli allievi hanno a disposizione un planetario per lo
studio di astronomia e di un simulatore radar per le manovre
anticollisione. Comunque, a parte le innovazioni tecniche, il Nautico ha
mantenuto intatto, anche e soprattutto nelle traversie, il suo
prestigio. |