Istituto Nautico, onoranze a Simone Schiaffino, 1975

Gli Allievi, ex allievi, le autorità cittadine con il Sindaco Avv. Enrico De Gregori, con il Sindaco di Chiavari Amm. Gatti, l'Ammiraglio Comandante della Flotta dell'Alto Tirreno, gli Ufficiali e l'equipaggio della fregata Centauro, in rada davanti a Camogli, i membri degli istituti e delle associazioni marittime e la popolazione camogliese, hanno partecipato ad una duplice cerimonia: la celebrazione del Primo Centenario dell'Istituto Nautico di Camogli ed il 115° della morte dell'Alfiere dei Mille Simone Schiaffino.

Scrisse di lui D'Annunzio:

                                      ... Subitamente Deodato Schiaffino,
                                      quel da Camogli, il biondo, gli apparisce:
                                      il marinaio biondo che gli somiglia,
                                      occhi cilestri, d’oro la barba e il crino,
                                      ma più membruto, più alto, d’una stirpe
                                      ingigantita nel travaglio marino.
                                      Subitamente gli apparisce supino,
                                      a mezzo il colle, nel sangue che invermiglia
                                      tutto il pianoro. È caduto così
                                      l’alfiere, primo all’assalto. Garrisce
                                      dopo lo schianto la bandiera investita,
                                      come da un vento d’ira, dal grande spiro:
                                      e sul torace come sur un macigno
                                      fanti e cavalli s’azzuffano in prodigi
                                      di furia, e tutta la virtù dell’estinto
                                      ecco risorge viva in un cuore vivo,
                                      ed è il torace dell’eroe come un plinto
                                      alla grandezza d’un altro eroe. “Così
                                      dunque volete morire?„ Un leonino
                                      fremito scuote il Dittatore. Ei mira
                                      sé nel gigante biondo che gli somiglia,
                                      nel marinaio ligure che morì
                                      com’ei vorrebbe. Cupo aggrotta le ciglia;
                                      con gli occhi fissi interroga il Destino.

                    Gabriele D'Anunzio, La Notte di Caprera, versi da 404 a 427.