Epoca: anno 1920 c | Autore: sconosciuto |
Origine: archivio |
autore: Marcello Bozzo NOTE: bozzo@agenziabozzo.it
Nome | Sebastiano Caboto |
Tipo | cannoniera ad elica |
Classe | Caboto |
Unità | Sebastiano Caboto |
Cantiere | Cantiere di Palermo per conto della Cantieri Riuniti di Genova |
Impostazione | marzo 1910 |
Varo | luglio 1913 |
Completamento | 23 novembre 1913 |
Servizio | 11 dicembre 1913 |
Dislocamento |
normale 1.049 t pieno carico t stazza lorda 1.000 t |
Dimensioni |
lunghezza fuori
tutto 63,40 m lunghezza alle perpendicolari 60 m larghezza 9,94 m immersione media 2,97 m, a 3,40 max |
Propulsione |
2 motrici
alternative a triplice espansione 2 caldaie cilindriche a bassa pressione potenza 1000 hp 1 elica armamento velico ausiliario |
Velocità | 13,2 nodi max |
Autonomia | 3.600 miglia a 9 nodi |
Combustibile | carbone t |
Protezione | protezioni in ferro su scafo in legno |
Armamento |
6 cannoni da 76mm
4 mitragliere tipo Maxim |
Equipaggio | 123 (6 ufficiali + 117 sottufficiali e comuni) |
Disarmo | // |
Radiazione | // |
Destino | affondata per bombardamento ottobre 1943 |
Note tecniche |
Costruzione La
Sebastiano Caboto venne progettata dal colonnello del Genio Navale
Ettore Berghinz. Armamento velico ausiliario a due alberi: la maestra armava una vela quadra, randa e controranda; la mezzana una randa e controranda. I sei pezzi erano montati uno a poppa, uno a prua e due su ogni fiancata. Fu progettata per operare sui fiumi del Sud America a protezione dei coloni italiani in quei paesi.. Era dotata di una specie di sega circolare montata a pelo d'acqua sulla prua con la quale l'unità avrebbe dovuto districarsi tra le mangrovie e gli sbarramenti di tronchi galleggianti lungo i grandi fiumi sudamericani. Tuttavia, essendo più urgente la sua presenza nei mari della Cina, questo apparato venne smantellato prima della sua partenza per l'Estremo Oriente. |
Note storiche |
Realizzata per
l'impiego nei grandi fiumi del Sud America, l'unità venne invece
destinata a prestare servizio nelle concessioni italiane in Cina,
lungo il fiume Azzurro. Partì da Palermo il 23 novembre del 1913 per
recarsi a Napoli, dove, dopo un rapido allestimento, l'11 dicembre
salpava per la Cina. Il 2 aprile 1914 raggiunse il porto di Shanghai dove rimase per un mese ai lavori. Al termine dei lavori salpò per risalire lo Yang-tze sino a Cheng-ling, traversando il Lago Tung-ting e, risalendo il Siang , gettare l'ancora a Chang-Sha nello Hunan, a 950 miglia dal mare. Dopo i lavori, effettuò difficili operazioni di pattuglia e vigilanza in acque cinesi unitamente ad altre unità nazionali, tra le quali le RN Carlotto e RN Lepanto, avendo diverse occasioni di impiego delle armi da fuoco. Nel 1915 la Cina ancora neutrale intendeva internare la nave ma il comandante riuscì ad evitarlo prendendo il largo e dirigendo su Nagasaki, dove rimase fino a tutto il 1917. Quando la Cina dichiarò anch'essa guerra alla Germania, la RN Sebastiano Caboto tornò a pattugliare le acque ed i fiumi cinesi. Nell’estate del 1924 effettuò una crociera di osservazione in Siberia, sostando a Vladivostok. Il 7 agosto 1934 la nave, ormai logora dopo 21 anni di servizio in Estremo Oriente, ebbe ordine di rientro in patria. Sulla via del ritorno, mentre era in sosta nello scalo di Aden il 19 gennaio 1935 ebbe l'ordine di dirigere su Massaua per passare alle dipendenze del Comando Navale dell'Africa Orientale Italiana. In prossimità dello scoppio della 2ª guerra mondiale l'unità venne inviata a Rodi alle dipendenze del Comando Navale dell'Egeo. Prese parte al secondo conflitto mondiale nel servizio di Nave Appoggio Sommergibili. Dopo l'armistizio dell'8 settembre 1943 la nave venne catturata dai tedeschi. Inserita nella Kriegsmarine, poco tempo dopo venne affondata nel corso di un bombardamento aereo alleato. |
Didascalia | |
Foto | Altre immagini della RN Sebastiano Caboto alle schede , . |