Epoca: anno 1935 c | Fotografo: sconosciuto |
Origine: cortesia di Costa Feliciano |
autore: Marcello Bozzo NOTE: bozzo@agenziabozzo.it
Il Maria Madre
era un brigantino a palo costruito dal Cantiere
Dixon di Middlesborough nel 1875 con il nome originario di
Langland.
Scafo in ferro,
stazzava
682 tonnellate. Effettuata la discarica, prende un carico di cuoia salate per Anversa a 34 scellini la tonnellata. Il contratto con gli agenti Bossio y Selves è sottoscritto ed il Capitano Balestrino compie con somma correttezza gli impegni del barco. Ma quando si tratta di partire gli agenti noleggiatori pretendono un ribasso di nolo. Il Capitano - che ha tutte le ragioni - adice ai Tribunali dell'Uruguay. E questi, caso enorme e mai visto, lo condannano. L'energico Capitano di Nervi tiene duro, ma il suo barco è violato dalla forza pubblica e più di 1000 tonn. di cuoia vennero sbarcate. Poi avviene l'assalto della Polizia e lo sgombero dell'equipaggio della nave. Vengono lasciati a bordo tre uomini a fare i guardiani: il nostromo Bartolomeo Sessarego, il dispensiere Gerolamo Viacava e suo figlio Angelo, mozzo. La lite prosegue e gli anni passano. Infine l'Armatore, impossibilitato a reggere le spese, dovette abbandonare la nave agli assicuratori. La nave rimase ancorata in un angolo del Rio de la Plata; la sua grande alberatura ed i pennoni caddero ad uno ad uno, consunti dal tempo e dalle intemperie. Nel 1920 due dei guardiani, il nostromo Sessarego ed il dispensiere Viacava muoiono a bordo del Maria Madre. Rimase in ultimo, sino alla fine degli anni '20, il piccolo mozzo ormai adulto dopo di che la nave restò abbandonata. Nel 1943, saliti i prezzi del naviglio, i Lloyds vendettero ciò che restava della nave ad un armatore di Montevideo. Questi la portò in cantiere e la trasformò in una goletta a palo a gabbiola di 284 tonnellate nette, due motori ausiliari Bolynder da 100 CV caduno. Le diede il nome di Clara Y e la utilizzò per quattordici anni di cabotaggio lungo le coste sudamericane.
Ai primi di giugno 1957
Clara Y
lasciò Antonina in rotta per Parà con un carico di 420 tonnellate di yerba
mate. All'alba del 13 giugno, a 15 miglia da Cabo Solideo, causa fitta
nebbia la nave si incagliò, affondando con perdita di nave e beni.
L'equipaggio si salvò. Altra immagine della nave Maria Madre alla scheda 1031A. |
Vedasi la relazione dell'avvenimento al
Parlamento Italiano sulla Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia del 7 giugno
1907 nel verbale della seduta della Camera dei Deputati del 31 maggio 1907
cliccando qui. La relazione sulla Maria Madre è evidenziata in giallo. |