ARCHIVIO VECCHIE VELE


                                                                                                      
 

1030 A.

MARIA MADRE

LANGLAND

ELENCO ALFABETICO VELIERI

Epoca: anno 1935 c Fotografo: sconosciuto
Origine: cortesia di Costa Feliciano

autore: Marcello Bozzo NOTE:  bozzo@agenziabozzo.it

Il Maria Madre era un brigantino a palo costruito dal Cantiere Dixon di Middlesborough nel 1875 con il nome originario di Langland.

Scafo in ferro, stazzava 682 tonnellate.

Nel 1902 la nave venne acquistata dalla Compagnia Armatrice Fratelli Balestrino di Genova.

Al comando del Capitano Emanuele Balestrino nel novembre 1902 attracca a Paysandù (Uruguay), giunta da Cadice con un carico di sale spagnolo.

Effettuata la discarica, prende un carico di cuoia salate per Anversa a 34 scellini la tonnellata.

Il contratto con gli agenti Bossio y Selves è sottoscritto ed il Capitano Balestrino compie con somma correttezza gli impegni del barco.

Ma quando si tratta di partire gli agenti noleggiatori pretendono un ribasso di nolo.

Il Capitano - che ha tutte le ragioni - adice ai Tribunali dell'Uruguay. E questi, caso enorme e mai visto, lo condannano.

L'energico Capitano di Nervi tiene duro, ma il suo barco è violato dalla forza pubblica e più di 1000 tonn. di cuoia vennero sbarcate.

Poi avviene l'assalto della Polizia e lo sgombero dell'equipaggio della nave.

Vengono lasciati a bordo tre uomini a fare i guardiani: il nostromo Bartolomeo Sessarego, il dispensiere Gerolamo Viacava e suo figlio Angelo, mozzo.

La lite prosegue e gli anni passano. Infine l'Armatore, impossibilitato a reggere le spese, dovette abbandonare la nave agli assicuratori.

La nave rimase ancorata in un angolo del Rio de la Plata; la sua grande alberatura ed i pennoni caddero ad uno ad uno, consunti dal tempo e dalle intemperie.

Nel 1920 due dei guardiani, il nostromo Sessarego ed il dispensiere Viacava muoiono a bordo del Maria Madre.

Rimase in ultimo, sino alla fine degli anni '20, il piccolo mozzo ormai adulto dopo di che la nave restò abbandonata.

Nel 1943, saliti i prezzi del naviglio, i Lloyds vendettero ciò che restava della nave ad un armatore di Montevideo. Questi la portò in cantiere e la trasformò in una goletta a palo a gabbiola di 284 tonnellate nette, due motori ausiliari Bolynder da 100 CV caduno.

Le diede il nome di Clara Y e la utilizzò per quattordici anni di cabotaggio lungo le coste sudamericane.

Ai primi di giugno 1957 Clara Y lasciò Antonina in rotta per Parà con un carico di 420 tonnellate di yerba mate. All'alba del 13 giugno, a 15 miglia da Cabo Solideo, causa fitta nebbia la nave si incagliò, affondando con perdita di nave e beni. L'equipaggio si salvò.

Estratto dai libri Capitani di Mare e Bastimenti di Liguria, Gio Bono Ferrari, Rapallo 1939 e Il Romanzo della Vela, Tomaso Gropallo, Maralunga, Bogliasco 1964.

Altra immagine della nave Maria Madre alla scheda 1031A.

Vedasi la relazione dell'avvenimento al Parlamento Italiano sulla Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia del 7 giugno 1907 nel verbale della seduta della Camera dei Deputati del 31 maggio 1907 cliccando qui.
La relazione sulla Maria Madre è evidenziata in giallo.

ELENCO ALFABETICO VELIERI