La pareggia
Nuova Caterina Desiderata,
peschereccio all'ormeggio.
Venne costruita nel 1887 nel
Cantiere Gotuzzo di Chiavari.
Scafo in legno.
Stazza 30 tsl, 20,27 tsn.
Lunghezza m. 16,74.
Larghezza m. 5,14.
Immersione m. 2,05.
1932 Armatori Emanuele & Romildo Bregante,
Sestri Levante.
Compartimento Marittimo di La
Spezia.
1941 Armatore Emanuele Bregante, Sestri Levante.
Compartimento Marittimo di
Genova.
La pareggia era un tipo di imbarcazione simile al bovo per
quanto riguarda lo scafo.
In Liguria spesso si sommano insieme paregge e bovi considerandoli un unico
tipo di imbarcazione.
Alcuni sostengono che la differenza riguardava solamente l’alberatura. La
pareggia aveva l’albero maestro a calcese,
ossia avente in testa doppie cavatoie e pulegge
per il passaggio degli amanti di drizza
inclinato in
avanti come sul leudo, mentre nel bovo
l’albero era verticale, senza cavatoie e portava un alberetto di gabbia.
L’attrezzatura della pareggia era quella tipica dei leudi, sui quali il
passaggio dell’antenna verso il bordo sottovento, quando la barca virava o
il vento cambiava direzione, avveniva alla maniera antica: sulle paregge,
sui leudi e su altre imbarcazioni tradizionali del Mediterraneo, il grosso
paranco di drizza dell’antenna di maestra era ammarrato sul ponte a poppavia
dell’albero.
Con questa attrezzatura la manovra era piuttosto impegnativa, bisognava
“applicare”
l’antenna (issarla cioè in posizione verticale), farla passare di bordo a
proravia dell’albero, e condurre la scotta della vela latina controvento, da
un bordo all’altro. Questa manovra era detta “fare il carro”.
In mancanza di ciò la vela, restando sopravvento all'albero, non
gonfiava appieno, con perdita di velocità e di portanza. |