ARCHIVIO VECCHIE VELE


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304 A.

DAVID DOWS

ELENCO ALFABETICO VELIERI

Epoca della foto: anno 1881 Fotografo: sconosciuto

Origine: da un'illustrazione dell'epoca

autore: Marcello Bozzo NOTE:  bozzo@agenziabozzo.it

Il David Dows venne costruito nel 1881 dal cantiere Bailey Brothers di Toledo, Ohio, per conto della Società Carrington & Caseywas.

Spinta dal successo del precedente schooner
George W. Adams di 1.441 tonnellate, la Carrington & Casey volle, con il
David Dows, costruirne un altro migliore.

In effetti il David Dows, per i due anni che venne utilizzato come schooner, fu in costante competizione con il George W. Adams.

Scafo in solida quercia, stazzava 1.481 tonnellate nette. Lunghezza 111,25 metri, larghezza 11,27. Immersione 5,48 metri.

Tuttavia, pur essendo più lungo, era più stretto ed aveva pertanto maggiore pescaggio ma minore portata.

Inizialmente armato a nave, fu presto riarmato a schooner.

Era dotato di cinque alberi alti rispettivamente (da prua verso poppa): 47,17 - 49,37 - 49,37 - 48,16 e 43,58 metri dalla coperta. La lunghezza dei boma variava dagli 11 ai 15,24 metri ed i picchi erano lunghi da 10,90 a 12,20 metri.

La superficie velica era di 4.500 mq. Pur con i verricelli a vapore, per issare tutte le vele occorrevano otto ore.

Era il più grande schooner a 5 alberi che mai avesse navigato nei Grandi Laghi ed ai suoi tempi fu anche il più grande cinque alberi del mondo.

Venne varato nelle acque del Lago Erie alle ore 16,30 del 21 aprile 1881 tra un folto pubblico ed oltre 200 ospiti a bordo.

Risultò essere molto veloce: le 254 miglia da Toledo e Buffalo soleva coprirle in 18 ore.

Le catene delle due ancore maggiori erano lunghe 165 metri ciascuna; le maglie erano di circa 26 cm. e le ancore pesavano oltre una tonnellata e mezza.

Al comando del Cap. Joseph Skeldon fece il viaggio inaugurale in zavorra da Toledo a Buffalo, dove caricò 2.400 tonnellate di carbone.

Parti da Buffalo in 18 maggio 1881.

Lasciando il Lago Erie con il pescaggio di 4,57 metri si arenò sopra una secca.

Riportato in acque profonde dopo due giorni, giunse a scaricare a Chicago il 30 maggio.

Ebbe due anni di vita tormentata a causa delle grandi dimensioni: diverse volte si arenò ed ebbe collisioni con altri bastimenti: affondò il C. K. Nims e lo schooner Richard Mott.

La sua capacità di carico non poté mai essere sfruttata appieno a causa dei bassi fondali dei porti.

Nel 1883, dopo due anni dal varo, venne convertita in chiatta. Furono asportati gli alberetti e furono tolte tutte le vele.

Nel 1885, sotto rimorchio, naufragò all'interno delle acque territoriali canadesi su un fondale di 30 metri.

Recuperata, nello stesso anno ruppe il cavo di rimorchio ed andò a sbattere contro il molo del porto di Sault Sainte Marie nel Michigan danneggiandolo gravemente ed affondando un bastimento che vi era ormeggiato.

Nel giorno del Ringraziamento del 1889, mentre con il George W. Adams era a rimorchio del vapore Aurora carico di carbone per Chicago, una tempesta si abbatté sul convoglio.

Il capitano dell'Aurora vide che il veliero imbarcava acqua e si ingavonava: temendo per il suo vapore, staccò il cavo di rimorchio ed ordinò agli equipaggi delle due chiatte di gettare le ancore ed attendere alla cappa che la tempesta cessasse.

L'Adams sopravvisse ma il David Dows, cessate di funzionare le pompe di sentina, continuava ad imbarcare acqua.

Fu pertanto ordinato l'abbandono nave.

Alle ore 14,30 del 29 novembre 1889, dopo nove anni, il Dows affondò rimanendo in piedi su un fondale sotto 13 metri d'acqua.

Il giorno dopo furono recuperati gli alberi ed i macchinari. Nel tentativo di recuperare lo scafo furono spesi $ 30.000 dei $ 60.000 del premio assicurativo, ma il lago stava ghiacciando e non fu possibile neppure il recupero del carico di 1.400 tonnellate di carbone.

La primavera seguente fu fatto un secondo tentativo di recuperare la nave, ma la sabbia del fondo, accumulatasi contro lo scafo sino ad un'altezza di 4,50 metri, stringeva lo scafo in un abbraccio mortale sino a spezzarlo in due ed i tentativi di recupero cessarono.

Attualmente è una meta preferita per le visite e le fotografie subacquee.

Altre immagini del David Dows alle schede 305A, 306A.

Notre tratte da Richard C. Drew: "The David Dows, First Lady Of Chicago Shipwrecks"  Skin Diver Magazine, nov. 1989.

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