ARCHIVIO NAVI A VAPORE


 


1053B.

SARITA


 
Epoca: anno 1893 Fotografo: sconosciuto

Origine: Fondazione Ansaldo, Genova

autore: Marcello Bozzo  NOTE:  bozzo@agenziabozzo.it

Il piroscafo Sarita sui tacchi pronto per il varo.

Venne costruito nel 1893 dal cantiere G. Ansaldo & Co. di Sestri Ponente, Genova.

Scafo in acciaio.
Stazza lorda 696 tsl.
Stazza netta 438 tsn.
Lunghezza m. 67,05.
Larghezza m. 9,80.
Immersione m. 3,50.
Propulsione: 1 motrice a vapore a triplice espansione da 3 cilindri Ø 385, 585 & 990 x corsa
                      510 mm.
Potenza 69 HP nominali.
Costruzione G. Ansaldo & Co., Sampierdarena, Genova.

Armatori:

1983 G. Villa, Genova. Compartimento Marittimo di Genova.
         Bandiera italiana.
         Nome
Sarita.
         Capt. G. Villa 1893-1897.

1897 L. Mascarello, Buenos Ayres, Repubblica Argentina.
         Bandiera argentina.
         Nome invariato.

1898 Ebbe vita breve: nel mese di settembre,
dopo quattro anni dal varo, fece naufragio.
 

                                       Affondamento della nave "SARITA"
            La missione del comandante era quella di far scomparire la nave


Per ordine del nuovo armatore, la nave giunse da Genova in Sudamerica nella primavera del 1897.

Nel settembre 1898, con destinazione incerta, il comandante della nave, Cap. Cosmo Marasciuolo, ebbe ordine diretto dal suo armatore di far scomparire ad ogni costo il vapore ¨Sarita¨ per riscuotere il premio assicurativo e così salvare la sua azienda, ormai in bancarotta.

Il comandante, nel transitare in direzione sud davanti a Rio Grande do Sul (Brasile), navigò ancora per poco più di 30 miglia e, a tutta velocità, lanciò la sua nave contro la spiaggia deserta, arenandosi alla posizione 32° 32' Sud e 52° 23' Ovest.

Con tutto il personale incolume, prese alcune provviste e gli effetti personali dell'equipaggio, tutti si diressero a piedi per Rio Grande, arrivando in città solo il pomeriggio del giorno successivo.

A quel tempo un'indagine precaria, condotta solo sulla base della testimonianza del comandante, confermò che la nave si incagliò a causa del forte vento (che peraltro su quella costa soffiava sovente). Su questa base, mesi dopo, l'armatore ricevette un risarcimento per la perdita della nave.

Il comandante, dopo diversi viaggi su altre navi tra l'Italia, l'Argentina e il Brasile, si stabilì nel Rio Grande, tornando a comandare le navi brasiliane sulla rotta costiera del Sudamerica.

Durante una delle sue visite a Buenos Aires, incontrò la donna della sua vita, la franco - porteña Amélia che in seguito sposò e con la quale fondò una numerosa famiglia.

     
Cap. Cosmo Marasciuolo  

Nel 1952 nel luogo esatto del naufragio venne costruito un faro denominato "Faro Sarita".

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