Questo bastimento, in origine armato a nave, faceva parte del Grande Convoglio
della Spedizione Napoleonica d'Egitto.
I barchi camogliesi erano stati
noleggiati da Filippo Bosio, agente marittimo con scagno in Piazza Banchi a Genova, per ordine
del Commissario di Governo di Francia, Gio. Batta Lavagnino.
Scampato ad Abukir, il barco e l'equipaggio furono presi dagli Inglesi.
Il barco venne successivamente rivenduto all'Armatore Ansaldo che lo riportò
in cantiere (a Savona o Varazze) per un completo rifacimento.
Gli uomini
fuggirono alla spicciolata, imbarcando su legni levantini.
Cinque anni dopo,
nel 1804, i Mortola stabiliti a Malaga avvisavano che otto di quei marinai di
Camogli erano arrivati in quel porto.
Padron Gio Batta Oneto della Famiglia
dei "Vita d'Oro", ufficiale della polacca "Vergine del
Boschetto" affondata ad Abukir, raccolto dagli Inglesi e poi fuggito dal
pontone sul quale era prigioniero, poté imbarcarsi quale semplice marinaio su
una barca di Ragusa che faceva vela per l'Adriatico.
Naufragato al largo di
Ancona, ebbe la sorte di salvare la vita ad un giovane marinaio nativo di San
Marino, tale Onofri il quale, per riconoscenza, volle portare il suo salvatore
al suo paese.
Lì si innamorò di una ragazza la quale, poco prima di
sposarlo, morì di vaiolo.
Il camogliese riprese allora il mare e anni dopo
comparve nel porto di Camogli comandando il brigantino "San Marino"
di cui era armatore.
Aveva a bordo, quale nostromo, quell'Onofri salvato anni
prima.
Perduto questo veliero nel mare d'Ibiza, Cap. Oneto costruì a Varazze
un altro brigantino che chiamò "Risorto San Marino", con il quale
trafficò quasi sempre negli scali del Mare Adriatico.
Dal libro
''Capitani di Mare e Bastimenti di Liguria'', Gio Bono Ferrari, Rapallo,
Arti Grafiche Tigullio, 1939.
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