Epoca della foto: anno 1909 | Foto: A. D. Edwardes, Glenunga |
Origine: Archivio Pietro Berti |
autore: Marcello Bozzo NOTE: bozzo@agenziabozzo.it
Il varo della nave Antonio Padre. Venne
costruita nel 1902 dal cantiere Nicolò Odero a Genova su
progetto dell'Ingegnere Navale Fabio Garelli di Genova per conto dell'Armatore
Cerruti di Genova per la somma di Lire 280.000,
somma ragguardevole all'epoca.
La sua polena rappresenta
l'immagine del padre Antonio. Giunto a Batavia in 102 giorni, da lì proseguì per Melbourne dove caricò grano per Falmouth in un buon tempo. Soddisfazione per l'armatore e l'equipaggio per l'ottimo comportamento del bastimento che con buon vento faceva in sicurezza 12 nodi per lunghe tratte. La seconda campagna fu da Barry Dock ad Alagoa Bay in 72 giorni, poi da Alagoa Bay a Newcastle (Australia) in 36 giorni, quindi a Valparaiso in 67 e da Junin a Falmouth in 111. La terza campagna partì da Amburgo a Delagoa Bay, da Newcastle (Australia) a Taltal e quindi a Sète (Foci del Rodano) in 121 giorni. In quest'ultima tratta al largo di Valencia incontrò un fortunale durante il quale un'ondata portò via il nostromo. Nella quarta campagna, al comando del Cap. Angelo Maggiolo di Camogli, avvicendato al Cap. Schiaffino, fece da Marsiglia a Melbourne con laterizi in 95 giorni, da Melbourne a Lobos de Afuera (Isole del Guano) in 38 giorni e da lì caricava nitrati per Amburgo in 124 giorni. In 257 giorni di navigazione aveva fatto il giro del mondo. Nel 1909 ad Amburgo il Maggiolo sbarca ed il Cap. Desiderio Tonietti di Marciana Marina (Isola d'Elba) ne rileva il comando esercitando l'antico privilegio del capitano di portare con sé la moglie. Da Amburgo procedette in zavorra per Pensacola in 40 giorni, carica legname per il Rio della Plata e procede in zavorra per Newcastle (Australia). Passato il Capo di Buona Speranza e giunto al Cabo de Agulhas incontrò fortissimo uragano dal quale si salvò per miracolo per cui il comandante e l'equipaggio, giunta la nave a Genova, donarono un quadro votivo visibile ancora oggi al Santuario della Madonna del Monte. In quest'ultimo passaggio, al largo di Capo Horn incappa in un fortissimo uragano e si salva per miracolo, testimoniato da un quadro votivo che poi l'equipaggio porteranno al Santuario della Madonna del Monte a Genova. Il seguito della campagna fu il passaggio dall'Australia al Cile e da lì in Europa con carico di nitrati. Questa fu tuttavia l'ultima campagna che la Antonio Padre fece oltre i Capi: ormai i traffici del Pacifico e dell'Oceano Indiano richiedevano portate ben più grandi per essere remunerativi e la concorrenza dei vapori, di portata maggiore, impose da allora le sole rotte atlantiche. Da allora il bastimento viaggiò in Atlantico al comando del Cap. Luigi Patrone di Genova.
Il bastimento supera la prima guerra mondiale ma viene venduto e ne viene
ridotta l'alberatura divenendo un brigantino a palo. In questo periodo la nave è armata dai Fratelli Canale fu Pietro di Roma e ribattezzata Bice. Durante la seconda guerra mondiale la Bice viene affondata ad Ancona. Recuperata nel 1947, smontata l'alberatura, viene trasformato in motonave, diventando irriconoscibile dall'elegante veliero che era in origine. Il bastimento navigò sino al 1970 per essere infine demolito.
ARMATORI
Una bella immagine della Antonio Padre
vista di prua è alla scheda N°
341A. |