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12. GAVARRONE, DOMENICO 1856
Miracolo a bordo del "Rosina" per il marinaio Giacomo Revello acquarello su carta, cm 40x55
(inv. Costa n.26) |
Dati anagrafici conosciuti:
TIPO: brigantino |
DATA DI COSTRUZIONE: 1850 |
LUOGO DI COSTRUZIONE: Varazze |
ARMATORE: Prospero Schiaffino |
CAPITANO: Paolo Ferro |
Didascalia:
"Grazia concessa dalla N.S. del Boschetto al marinaro Giacomo Revello del Brig.no Rosina Cap.no Paolo Ferro; il g.no 14 7bre 1856 ed alla distanza di circa 15 miglia d’Antibò, il quale cascò in mare nel momento in cui stava facendo i terzaruoli alla Gabbia, dove immediatamente quella parte di Equipaggio che si trovava in coperta misero la lancia in mare, assieme ad altri oggetti e con ciò gli riuscì di salvarlo miracolosamente." |
Note:
Il dipinto è datato da
Gavarrone 29 ottobre 1856, esattamente come l'ex voto precedente (inv.
Costa n. 25) che pure è relativo ad un episodio di un anno anteriore a
quello accaduto al "Rosina" solo un mese prima della firma
dell'opera. L'esecuzione da parte del pittore sembra invece possibile in pochissimo tempo se un artista certo ricco di richieste come Gavarrone riesce a concludere questo a quaranta giorni dall'accaduto raffigurato. L’ex voto da lui eseguito è il secondo, in ordine cronologico, nel nucleo di quelli del Boschetto, che vede il brigantino 'Rosina' protagonista di una felice conclusione per il suo equipaggio. Nel 1854 era stata l’intera imbarcazione a trovarsi in difficoltà nelle acque del Golfo del Leone coinvolta in un tremendo fortunale (scheda 10, inv. Costa n. 23), a pochi anni di distanza questo secondo ex voto rievoca il miracoloso recupero del marinaio Giacomo Revello accidentalmente caduto in mare nelle acque di fronte ad Antibes. Come ha sottolineato Jean Pierre Filippini (in Gli ex voto marinari dei Santuario di Montenero, catalogo della mostra, Philadelphia 1984, p. 45) morire in mare in un naufragio o, come nel nostro caso, per un incidente, era visto con una drammaticità particolare non solo per la perdita della vita, ma ancor più per l'essere condannati ad una morte senza sepoltura e senza possibilità di trovar pace per la propria anima. In questo senso emerge l'aspetto più profondo dell'appello alla Madonna e alle forze divine nel momento del bisogno, animato da sincera religiosità, e non semplicemente dal desiderio di salvare la vita, per garantirsi una morte cristiana e la sepoltura in terra consacrata. |