ARCHIVIO VECCHIE VELE


011 A.

PODESTÀ

ELENCO ALFABETICO VELIERI

Epoca della foto: 14 ottobre 1931 Fotografo: sconosciuto

Origine: Archivio Cantiere Gotuzzo

autore: Marcello Bozzo NOTE:  bozzo@agenziabozzo.it

Il Podestà, tipico leudo (o bilancella) ligure, venne costruito a Chiavari nel 1931 dal famoso cantiere Gotuzzo.

Costruito per il piccolo cabotaggio, ne esisteva anche un tipo di stazza inferiore che veniva chiamato "rivano" forse per per la sua origine (Riva Ligure) oppure in quanto era adatto ad essere alato in ogni spiaggia e tirato a riva, usato sopratutto dai pescatori.

Il classico leudo veniva sopratutto utilizzato per il trasporto di merci varie tra le diverse località della costa ligure e toscana, la Corsica, la Sardegna e le isole minori.

Ottimo battello per robustezza e grande tenuta del mare grosso e per la possibilità di attraccare dovunque, le sue caratteristiche principali erano: dislocamento circa 20 tonnellate, lunghezza da 70 a 80 palmi (tra i 15 ed i 17 metri), molto largo (sino ad un terzo della lunghezza).

La coperta era arrotondata a schiena d'asino: il bolzone dei bagli era molto accentuato per scaricare agevolmente l'acqua dai numerosi ombrinali o quando, a pieno carico, viaggiava sbandando con l'impavesata a filo d'acqua sino al capodibanda ed il mare invadeva la coperta.

La chiglia, il dritto di poppa e di prua erano in quercia, come le ordinate ed il paramezzale. Quest'ultimo con il controparamezzale era inchiavardato sulla chiglia con chiodi di ferro a testa quadra.

I bagli erano in legno di pino. Le ordinate erano intervallate ogni palmo e mezzo (circa 35 cm.) per cui in ogni battello ve ne erano una quarantina. Erano formate da madieri sui quali erano inseriti i ginocchi con incastro e chiodatura. Sui ginocchi dispari si inserivano gli scalmotti che uscendo dal trincarino sorreggevano l'impavesata.

Sotto il trincarino (in legno di quercia) correva all'interno delle ordinate un dormiente composto sul quale erano appoggiati i bagli. A circa un palmo e mezzo sotto il dormiente correva lungo tutto lo scafo una serretta che, inchiodata ai ginocchi, consolidava bene l'ossatura.

Il ponte era formato da tavole di pino, raramente di rovere, della lunghezza di 28 palmi (circa sei metri) per una larghezza di 15 -18 cm. ed uno spessore di 5 cm.

La stiva era generalmente divisa in tre compartimenti: il centrale, più vasto,  era destinato al carico; quello di prua conteneva un paio di cuccette ed il cassone delle vele di rispetto; quello di poppa, sotto al tambuccio, le cuccette per il padrone e per il nostromo.

Il timone, governato dalla barra, pescava almeno tre palmi in più della chiglia e serviva anche da deriva per evitare lo scarroccio.

Aveva un albero a calcese (alto circa 12 metri dalla coperta) fortemente inclinato in avanti con una grande vela latina sostenuta da una lunga antenna (circa 20 metri) solitamente composta da tre aste sovrapposte, che per il cambio delle mure veniva fatta filare di prua per gonfiarsi al vento.

Il lungo bompresso era retrattile per le manovre in porto ed era armato a fiocco secondo necessità.

Di questa bella barca esistono tutt'ora alcuni esemplari naviganti perfettamente conservati e mantenuti.

Note tecniche e storiche del leudo alle schede 155A, 373A, 926A.

Per altre notizie ed immagini dei leudi vedansi le schede 012A, 147A, 150A, 235A, 236A 574A, 575A, 576A, 613A, 849A, 927A, 934A, 960A, 961A, 962A, 963A, 964A.

ELENCO ALFABETICO VELIERI